lunedì 18 aprile 2016
di Redazione - in Premio Anna De Sio
Introduzione del prof. Valerio Panza
Ringrazio a nome dell’Associazione “Anna De Sio” il Vice Preside, che da subito ha accolto con entusiasmo la proposta di realizzare in questa sede l’incontro di studio di oggi.
Voglio anche salutare e ringraziare il prof. Antonio Trupiano, che con le sue idee, le sue riflessioni e i suoi suggerimenti, ha avuto un ruolo per me decisivo nell’organizzazione dell’iniziativa.
I ringraziamenti erano dovuti, ora prenderò ancora solo qualche minuto per presentare l'Associazione “Anna De Sio”.
L’Associazione si è costituita il 16 dicembre 2011 da un’idea del prof. Francesco De Sio Lazzari, che all’epoca aveva da poco lasciato l’Università “L’Orientale” di Napoli – dove per venti anni è stato titolare della cattedra di Storia delle Religioni – e che ora ricopre, con puro spirito filantropico, la carica di Presidente dell’Associazione.
Direi che la base del progetto è la promozione di valori che tendano a sostenere una ricerca in campo umanistico che sia realmente libera e creativa, soprattutto per i più giovani, cosa sempre meno facile da realizzare in questo tempo e, in particolare, in questa nostra parte d’Europa.
Mi piace riprendere le parole di Francesco De Sio Lazzari, che considera l’Associazione “una casa aperta a tutti e anche una finestra sul mondo” e ne rappresenta l’attività come un “movimento di amorosa espansione verso il mondo”.
Di fatto, l’Associazione promuove la ricerca soprattutto nell’ambito della storia delle religioni e dell'antropologia, mostrando una sensibilità elettiva anche per tutte le tematiche filosofiche e storiche attinenti a tali aree.
Dalla sua costituzione, infatti, l’Associazione
- ha dato contributi ad alcuni giovani studiosi, provenienti dalle Università campane di Salerno e di Napoli, per favorire la prosecuzione delle loro ricerche;
- ha contribuito alla produzione del cortometraggio “Figli di Terra e di Cielo stellato”, che mette in scena una coreografia di danza, ispirata alla lamina aurea orfica di Ipponio;
- da quattro anni attribuisce un Premio annuale per la miglior tesi di laurea di argomento storico-religioso, all’esito di un concorso nazionale finora vinto da laureati delle università La Sapienza, di Roma; L'Orientale, di Napoli; l'Università di Trieste; l’Università Ca' Foscari di Venezia. E come saprete dalle locandine, più tardi consegneremo il premio ai vincitori dell’ultima edizione.
Un altro campo di intervento è la promozione e la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale dell’Italia Meridionale grazie all’azione di riscoperta e restauro di singole opere e al finanziamento di ricerche storiche relative alle tradizioni "colte" locali.
In particolare, desidero ricordare:
- il recente volume Intorno alla Santa Caterina di Giovanni Ricca, pubblicato da Arte’m;
- il contributo al finanziamento della realizzazione del portale “giardinistoricicampania”, che mira a recuperare la memoria di una grande tradizione campana;
- infine, il restauro (in corso) di una Madonna di Giovanni da Nola, che si trova in una frazione di Cava de’ Tirreni, ed è un pezzo di grande valore.
Ora mi fermo, sperando di poter aggiornare l’elenco con nuove attività e collaborazioni.
Prima di lasciare la parola al prof. Saggioro, vorrei proporre almeno una piccola nota di sottofondo al tema della giornata: “Religione e Storia delle religioni, oggi”
Il mio pensiero va a Ernesto de Martino, uno dei padri fondatori della Storia delle religioni in Italia – e tra i più grandi intellettuali del Novecento – che ha saputo guardare e scandagliare la profondità dei nessi tra religione/i e società muovendo instancabilmente dalla riflessione sul significato del lavoro storiografico.
Ernesto de Martino, nella Prefazione a una sua raccolta di saggi pubblicata nel 1962 col significativo titolo “Furore simbolo valore”, proprio ritornando sulla densità del legame tra società, religione e storia delle religioni, scriveva “Il lavoro storiografico nasce sul terreno della storia contemporanea, cioè come chiarificazione conoscitiva di nodi operativi in cui la propria epoca è impigliata”.
Credo che questo passo di de Martino possa rappresentare una valida cornice alla lezione del prof. Saggioro su “La storia delle religioni nello spazio pubblico italiano”.