giovedì 4 febbraio 2016
di Redazione - in Premio Anna De Sio
Il giorno 28 gennaio 2016, alle ore 11, si è riunita la Commissione giudicatrice della quarta edizione del Premio di Laurea “Anna De Sio”. La Commissione è formata dai proff. Luca Arcari, Giuliana Scalera, Marisa Tortorelli Ghidini (presidente).
Sono pervenute n. 15 tesi di laurea magistrale:
1. Ardito Antonio, Interpretatio romana: Riflessioni sulla percezione delle ‘religioni straniere’ nell’antica Roma.
2. Bilato Elisa, Il “tesoro nascosto nel deserto”: aspetti della santità di Maria d’Egitto nel bios pseudo-sofroniano.
3. Butti Elena, Corpi in cerca di spettatore: potere e violenza nel Prometeo incatenato.
4. Di Mauro Nicola, La Lega Nord e i musulmani in Italia: una narrazione tossica.
5. Fadda Antonio, "Il divino a cavallo tra distruzione e salvezza". Ipotesi su origini ed evoluzioni della figura del Kalkin Avatār.
6. Galiano Mariangela, L’esposizione pubblica dei simboli religiosi negli Stati Uniti...
7. Iencarelli Chiara, Liberaci dal male. Uno studio sul rapporto tra religione e pena di morte.
8. Iervolino Anna, La posizione e il linguaggio della donna nel mondo arabo e nei Mass Media: esame in dettaglio delle Musalsalāt siriane.
9. Lisi Sugranes Anna, Riforme linguistiche in Turchia. Il turco ottomano fra oblio e riscoperta.
10. Mazzei Antonella, Mizuko Kuyo: la ritualizzazione dell’aborto in Giappone.
11. Nappo Lorena, Una lettura della diatriba dell’arciprete con Don Amor.
12. Pastore Rosina, Prabodhacandrodaya Nāṭak di Brajvāsīdās: un esempio di continuità e variazione.
13. Sanvido Marta, Il Non-Maestro Gasan Jōseki: dalle Cinque Posizioni (Goi) all’insegnamento nel “San’unkaigetsu”.
14. Simonato Davide, L’immagine dell’uomo nelle opere di Walter F. Otto, Kàroly Kerényi e Mircea Eliade.
15.Tomaselli Davide, Veritas e religiones. Per un’indagine storico-religiosa della III Relatio di Q. A. Simmaco.
La Commissione, dopo accurato esame effettuato nei giorni precedenti, ha selezionato le seguenti tesi:
Il “tesoro nascosto nel deserto”: aspetti della santità di Maria d’Egitto nel bios pseudo-sofroniano (Elisa Bilato, laureata in “Scienze delle religioni”, laurea interateneo tra l’Università di Padova e l’Università “Ca’ Foscari” di Venezia);
“Il divino a cavallo tra distruzione e salvezza". Ipotesi su origini ed evoluzioni della figura del Kalkin Avatār (Antonio Fadda, laureato in “Scienze delle religioni”, laurea interateneo tra l’Università di Padova e l’Università “Ca’ Foscari” di Venezia);
Mizuko Kuyo: la ritualizzazione dell’aborto in Giappone (Antonella Mazzei, laureata in “Lingue e culture comparate”, Università di Napoli “L’Orientale”)
Il Non-Maestro Gasan Jōseki: dalle Cinque Posizioni (Goi) all’insegnamento nel “San’unkaigetsu” (Marta Sanvido, laureata in “Lingue e civiltà dell’Asia e dell’Africa Mediterranea”, Università di Venezia “Ca’ Foscari”)
In data 2 febbraio 2016, alle ore 11, la Commissione si è riunita per deliberare l’attribuzione del Premio.
La Commissione, avendo preso in attenta considerazione i giudizi dei Referee esterni, procede a una valutazione comparativa delle tesi prescelte e dopo ampia discussione decide all’unanimità di attribuire il premio “Anna De Sio” 2015 di Euro 1.500 ex aequo alle tesi delle dott. Antonella Mazzei e Marta Sanvido con i seguenti giudizi:
Nella tesi di Antonella Mazzei (Mizuko Kuyo: la ritualizzazione dell’aborto in Giappone) è molto interessante la scelta del tema: un argomento spinoso, che pone molteplici e complessi problemi morali e culturali. Il lavoro apre al problema dell’aborto in Giappone in quanto possibilità ed esperienza umana, e in quanto sistema per il controllo demografico, allargandosi alla contraccezione (e al relativo rifiuto della procreazione) e perfino all’infanticidio, l’extrema ratio. Su tutti questi profili la candidata informa con cura attingendo da una buona bibliografia.
La tesi ha certamente un taglio storico, con qualche piccola - ma non fastidiosa, e talvolta utile - ripetizione qua e là, ed è certamente di ambito storico-religioso, in quanto i “mizuko” (i bambini d’acqua) sono forse la quintessenza della fusione tra buddhismo e shintoismo.
La tesi ha anche un merito ‘antropologico’ perché definisce alcuni tratti della società giapponese: l’accettazione di dinamiche commerciali per l’elaborazione dei lutti, la condensazione pubblica del dolore intimo, l’esposizione - finanche per le strade - del più piccolo totem e del più grande tabù (ci si riferisce qui, alle statue di Jizou, votate alle anime dei bimbi mai nati, delle quali la tesi si occupa ampiamente).
Si tratta, dunque, non soltanto di lavoro storico sulle politiche demografiche giapponesi, perché sa allargarsi agli interessi delle politiche strategiche delle due maggiori religioni dell’arcipelago.
Si osserva, tuttavia, trattandosi di rituali moderni strettamente connessi alle politiche demografiche, che sarebbe stato utile tener conto anche di alcune nozioni fondamentali della biopolitica.
La tesi di Marta Sanvido (Il Non-Maestro Gasan Jōseki: dalle Cinque Posizioni (Goi) all’insegnamento nel “San’unkaigetsu”) intende essere uno studio filologico, che comporta una traduzione annotata del San’unkaigetsu (Le nubi sulla montagna, la luna sul mare) del maestro zen giapponese Gasan Jōseki (1275-1365).
Tale traduzione è introdotta da una parte principalmente biografica che dà l’opportunità al lettore di collocare Gasan e di conoscerne vita e opere. Notevoli sono l’impegno nell’aver affrontato un testo complesso come il San’unkaigetsu e il tentativo di ricomporre la genealogia post Dōgen attraverso la figura di Gasan.
La parte finale della tesi è tesa a una lettura critica del concetto di trasmissione, elemento importante, anche dal punto di vista “politico”, della scuola Sōtō. Va segnalato il corretto atteggiamento intellettuale nell’esporre le ragioni della scelta di Gasan come oggetto del lavoro di tesi e va apprezzata l’opera di traduzione in italiano del testo del maestro. Le note alla traduzione sono accurate, e così anche quelle alle Conclusioni.
Nel suo insieme, è un lavoro serio e impegnato, che rivela una buona educazione alla ricerca.
La Commissione, consultato il Presidente dell’Associazione prof. Francesco De Sio Lazzari, che si dichiara d’accordo, decide di elevare la premialità del concorso da euro 1500 a euro 2000 da suddividere tra le due vincitrici: Antonella Mazzei e Marta Sanvido.
La Commissione ritiene opportuno segnalare il livello delle altre due tesi finaliste e riporta i relativi giudizi:
La tesi di Elisa Bilato, Il “tesoro nascosto nel deserto”: aspetti della santità di Maria d’Egitto nel bios pseudo-sofroniano, è una puntuale ricostruzione della complessiva critica al testo pseudo-sofroniano, ma propone anche una visione storico-antropologica della società orientale del cristianesimo dei secc. VII e VIII, che è di particolare interesse storico-religioso (incontro/scontro con l’Islam arabo). Merita apprezzamento, inoltre, l’analisi dell’elemento femminile all’interno della cultura mistica, in contrasto o in armonia con l’elemento maschile, formalizzata dalla coppia formata dalla protagonista stessa e dal monaco Zosima, figura ora di maestro ora di discepolo.
Nei vari paragrafi dell'ultimo capitolo, non mancano valutazioni personali della candidata: per es. a 4.2 tenta di definire meglio l'età del testo; a 4.4 traccia una possibile proposta d’interpretazione teologica del racconto, in linea con le controversie cristologiche del suo tempo. Si tratta di un lavoro accurato, che merita apprezzamento.
La tesi di Antonio Fadda, Il divino a cavallo tra distruzione e salvezza". Ipotesi su origini ed evoluzioni della figura del Kalkin Avatār, ha come oggetto la figura del Kalkin Avatār – il “cavaliere della distruzione”, decima incarnazione di Viṣṇu – analizzata attraverso uno studio delle fonti e dei contesti in cui tale divinità ricorre. Obiettivo del candidato è ricostruire la “tradizione” del Kalkin, attraverso un preliminare vaglio delle fonti letterarie (mitologiche), storiche e iconografiche pertinenti, e la successiva loro analisi comparativa. Da tale tradizione egli ricava gli elementi necessari per la definizione di un ‘identikit’ a grandi linee del Kalkin come “Distruttore/Rinnovatore” del mondo e chiarisce anche la sua funzione propriamente escatologica e soteriologica di “porta tra il mondo e la salvezza definitiva al di fuori di esso”.
Nel complesso, la struttura del testo è ben organizzata, ma si nota qualche difficoltà nel dominare la molteplicità dei temi chiamati in causa e una bibliografia generale non sempre opportunamente aggiornata.
La seduta è chiusa alle ore 14.00.
La data della premiazione sarà comunicata appena possibile.
LA COMMISSIONE GIUDICATRICE
Marisa Tortorelli Ghidini
Giuliana Scalera
Luca Arcari
Napoli, 2 febbraio 2016.